sabato 29 ottobre 2011

Lavori? Sì, faccio la mamma...

Vi siete mai accorti che voi siete quello che fate? Voglio dire, voi siete il vostro lavoro. Sì, perché la prima cosa che diciamo, quando ci presentiamo, è la nostra professione. Prima ancora dei legami di parentela, a volte addirittura prima del nostro nome. E chi, invece, ha scelto di essere altro?*
Ebbene, io ho scelto di dedicarmi a mio figlio. Il mio lavoro (quando ne avrò uno, visto che sono una precaria disoccupata) mi consentirà comunque di godermi mio figlio anche fra qualche anno ma, al momento, scelgo di fare la mamma a tempo pieno! Credete forse che qualcuno mi abbia fatto un applauso per questo?

La mia mamma sta con me di Claudia Porta, ed. Il leone verde.

Una volta era diverso, chi metteva al mondo un figlio aveva quasi il dovere, davanti al mondo intero, di mettere da parte se stessa e pensare esclusivamente a quella nuova vita. Adesso le cose si sono ribaltate.

Mi auguro di non venire fraintesa, la mia non è una crociata contro le mamme che tornano al lavoro, per scelta o perché non hanno altre possibilità. Mi sono solo resa conto di quanto poco contiamo noi agli occhi della società. Agli occhi dei nostri stessi mariti. Perché se non lavori non fai niente!
Se poi butti l'occhio su orizzonti ai quali non avevi nemmeno pensato prima, allora stai solo confermando che hai molto tempo libero e che di lavorare non hai nessuna voglia!

E l'entusiasmo che ti aveva invaso corpo e spirito fino a un attimo prima, si dissolve...

Lo so, sarà mio figlio a farmi la ola tra qualche anno (ok, non ci credo nemmeno io), e comunque quello che sto facendo lo faccio perché voglio farlo, perché credo che sia meglio per noi. Anche se un pizzico di sostegno (riconoscenza? ammirazione?) mi renderebbe tutto ancora più piacevole...ma non si può avere tutto, giusto?



*Evidenzio il verbo "scegliere" perché mi riferisco espressamente a chi può farlo, non a chi si trova costretto dalle circostanze (e, presumibilmente, non ne è nemmeno contento).

Consigli di letturaSempre con lui di Isabelle Fox, ed. Il leone verde e La mia mamma sta con me di Claudia Porta, ed. Il leone verde (le mie prossime ambitissime letture...seguiranno recensioni).

32 commenti:

  1. (ciao :D)

    Io anche ho scelto di restare a casa con il mio bimbo: sono convinta della mia scelta, è quella giusta per noi. Allo stesso tempo però mi sento abbandonata dalla società. Una mamma che decide di fare la mamma (e - orrore - magari pretende anche di poter lavorare da casa, l'infingarda) è una senza una vita propria, senza ambizioni, che vuole fare la figa. Oppure non esiste, almeno stando alle istituzioni.

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  2. Ooooh! Non mi sento un'aliena allora!
    Sai, anche io ho scelto di stare a casa (sì sono disoccupata da un anno, ma avrei comunque deciso di stare a casa con mio figlio) e i commenti della gente si sprecano...prima o poi aprirò un post anche io a questo proposito ;-)
    La libertà che si è raggiunta in questi ultimi anni in verità è unilaterale: una donna può scegliere di andare a lavorare anziché fare la casalinga (e per fortuna aggiungo!), ma se sceglie di stare a casa è guardata con aria di pena, perché spreca un'occasione di realizzarsi come donna...mah! per me non è proprio così...

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  3. Quando ho avuto la mia prima bimba ho smesso di lavorare... ho ripreso per poco non appena è cresciuta un po' per poi smettere di nuovo visto che è arrivato un fratellino che ha 18 mesi meno di lei. Ebbene... ultimamente ho ridotto di molto il mio lavoro di giornalista a meri servizi da fare da casa o poco più. Ho abbandonato il giornalismo "di strada" per qualche cosa più tranquillo. E sono a disposizione dei miei bimbi, cerco di stare il più che posso con loro lavoricchiando senza troppi affanni. Alla fine, però, più che un lavoro il mio è diventato un hobby retribuito visto che mi pagano a pezzo e meno scriv... meno guadagno. La cosa poco m'importa. Se alla mia redazione va bene così, continuiamo così, dando sempre e comunque la precedenza ai bimbi. Nel momento in cui questa cosa non andasse più bene... amen. Farò la mamma senza hobby retribuito. Quando saranno più grandi si vedrà!

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  4. Anch'io mi sono licenziata x stare col mio bimbo, mi piacerebbe trovare un lavoro gestibile da casa ma sembra un sogno...anch'io sto leggendo il libro di Claudia...
    per il discorso di come ti guarda la gente concordo in pieno con te

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  5. Oooooohhhh!!! Finalmente qualcosa di diverso dal solito "devi riprendere in mano la tua vita", "non devi annullarti" o "devi pensare alla tua realizzazione personale"... ma perché, c'è forse qualcosa di più bello e gratificante dell'essere mamma? Le mie giornate non sono solo fatte di pappe e pannolini, anzi, non sono mai stata così curiosa e interessata come in questo periodo della mia vita!
    Grazie a tutte per aver dato forza alle mie parole!

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  6. ciao, sono finita nel tuo blog tramite quello di altri..ho letto con vero interesse :) io non sono ancora una mamma, ho 32 anni e mi sono sposata a giugno 2011 dopo una convivenza di 11 anni..ebbene al contrario di molte, io che ora vorrei avere un figlio non posso perchè non lavoro da tanto tempo (licenziata da un tempo indeterminato faticosamente guadagnato a causa della crisi)e di conseguenza tra affitto, bollette, cibo, e altro con il solo stipendio di mio marito non potremo di certo permettermi anche un figlio..e quindi per molte donne è diventato (ed è brutto da dire) un lusso.eppure non essendo una mamma sono vista come voi, una nulla facente, perchè ok, è vero i figli ti "succhiano" la vita specie da piccoli, ma anche tenere dietro ad una casa, stirare, lavare, pulire, ecc..a mio avviso non è una passeggiata..e ancora peggio quando appunta arriva il tanto amato bambino e i LAVORI aumentano, perchè oltre a dover tenere dietro alla casa, devi tenere dietro a lui/lei..io vengo considerata ancora meno di voi, perchè se avessi un figlio sicuramente sarei vista diversamente, specie da mia madre per dire..lei che dice che sono vecchia e che devo farne uno presto..e insomma: in quanti posti, luoghi, situazioni, ecc dobbiamo essere noi donne per la società che ci discrimina a partire dal lavoro e non ci riconosce le grandi cose che siamo in grado di fare? spero che se mai avrò un figlio, nasca FEMMINA! ;) ciao

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  7. anche io ho scelto, almeno per il momento, di fare la mamma e devo dire che è un mestiere abbastanza impegnativo:
    una mamma non ha sabato e domenica per riposarsi
    una mamma non ha ferie
    una mamma non può permettersi di ammalarsi
    una mamma non ha permessi, eccetto quando mamma/ suocera/ baby sitter ti tengono il pupo
    una mamma svolge più lavori contemporaneamente, retribuiti e non
    una mamma accetterebbe almeno un GRAZIE e talvolta non riceve neanche quello
    una mamma è comunque felice
    veronica

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  8. Anch'io faccio parte del club delle donne che hanno scelto di stare a casa con il proprio cucciolo. Però devo precisare che la mia è stata una scelta un pò forzata, perchè ho chiesto un part-time, ma mi è stato negato, così tra lavoro e famiglia ho scelto quest'ultima e devo dire che sono contentissima, mi sento piena, soddisfatta, realizzata come non mi era mai successo prima! Però ecco, se avessi avuto condizioni favorevoli mi sarebbe piaciuto tornare a lavorare, ho investito tanti anni nello studio, ho voglia di realizzarmi anche fuori casa, ma purtroppo in questo paese è difficile essere mamme e lavoratrici, o fai uno o fai l'altro. Quante amiche sono state penalizzate e hanno subito mobbing dopo il loro rientro dalla maternità!
    Ci vorrebbe una vera politica della conciliazione e una cultura a sostegno della famiglia, ma ancora ne dobbiamo fare di strada!

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  9. Eh già se non percepisci uno stipendio, se non lasci i tuoi figli in custodia ad altri (non importa chi) non conti nulla. Non fai nulla, anzi, come igni giorno mi rinfaccia mio padre, faccio la bella vita (sì, è meravigliosa, l'ho scelta io, ma non è una pacchia). Il mio lavoro non finisce mai, mai, nemmeno di notte.
    Sicuramente andrò avanti per la mia strada, però almeno una volta al giorno devo sorbirmi qualche piccola umiliazione, velata o meno...
    È dura!!!!!
    Grazie per questo post Loretta, facciamoci forza a vicenda.

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  10. io sono rientrata al lavoro a settembre, un paio di settimane prima che la mia bimba compisse il suo primo anno. Mi ritengo fortunata perchè mi hanno concesso (imposto) un part time. Però, lo dico sinceramente, se avessi potuto me ne sarei rimasta a casa con lei invece di doverla affidare all'asilo, dove altri possono condividere con lei tempo, giochi, risate, esperienze, scoperte. A volte mi sono ritrovata quasi "invidiosa" del tempo che le dade possono trascorrere con lei mentre io siedo dietro una scrivania a fare gli interessi commerciali di un estraneo... Per poi correre alle faccende domestiche che non sono cambiate rispetto a quando avevo tutta la giornata per evaderle...
    E' dura ma credo alla fine dei conti che tutte le situazioni in cui ci si trova abbiano dei pro e dei contro, bisogna solo cercare (per quanto possibile!) di vivere intensamente i pro e tralasciare un po' i contro. Ma noi siamo mamme, e noi siamo in grado di fare anche questo!!

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  11. @Lolly: Tutti noi abbiamo idee che, per forza di cose, non possono essere condivise da tutti, ma perché non impariamo a morderci la lingua ogni tanto? Per quanto riguarda il costo di un bimbo, ho imparato, purtroppo dopo aver dato fondo ai nostri risparmi, che un figlio non necessariamente costa molto (almeno i primi tempi). Ci sono delle scelte (allattamento, sonno condiviso, autosvezzamento...) che rispondono perfettamente ai bisogni di un neonato, molto più di tutti i (costosissimi) prodotti che ti spacciano per indispensabili! C'è un libro che ho appena regalato qui sul blog che, quando sarà il momento, ti consiglio di leggere: "Bebè a costo zero", ti assicuro che ti si aprirà un mondo! In bocca al lupo! ^_^

    @Veronica: da piccola ricordo una frase che diceva pressappoco che una mamma non tiene il muso...e il tuo "è comunque felice" ne è la conferma! ;-)

    @Bepi: hai perfettamente ragione! Sono assolutamente per una scelta consapevole, qualsiasi essa sia! Le rinunce a denti stretti sono solo dannose, ma non tutti hanno la possibilità di scegliere. :-(

    @Bruna: eh già, la tua è proprio una bella vita...la vita che desideravi!!! Andiamo avanti per la nostra strada, il sorriso dei nostri figli è la miglior risposta! ;-)

    @monia: è molto bello quello che scrivi...grazie!

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  12. anche io avrei voluto poter scegliere di stare con la mia bimba ma ho potuto concedermi al massimo un anno senza stipendio...il titolo del libro mi provoca un tuffo al cuore, perchè anche se lavoro soltanto la mattina, tra faccende e riposino ci rimane davvero poco tempo da trascorrere insieme. Sfrutto ogni momento del weekend e cerco di vedere tutti i lati positivi di qusta situazione, ma dentro di me so che il mio posto giusto sarebbe accanto a lei...e veramente non capisco chi non avendo comunque problemi economici sceglie di lavorare...

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    1. Simona, ti capisco e mi dispiace davvero che tu non abbia avuto scelta. :-( Forse è un mio limite, ma non riesco a capire chi, pur avendo la possibilità di stare con i propri cuccioli almeno i primi anni della loro vita, preferisce riappriopriarsi del ruolo che avevano prima. È come se un bambino fosse quasi un ostacolo alla loro vita! Naturalmente sto parlando di casi limite che però, purtroppo, esistono...
      La tua situazione è diversa e il tuo senso di colpa rischia solo di rovinare i bei momenti che potreste vivere insieme. Sono straconvinta che la tua piccola sente quanto l'ami anche se non stai con lei 24h su 24, il fatto stesso che tu ti ponga il problema indica che tipo di madre sei! Proprio pochi minuti fa ho avuto la riprova che non tutte diventiamo mamme nello stesso momento...

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  13. Grazie!!!
    Grazie per tutte le parole che avete scritto, che condivido pienamente
    Grazie perché anche voi come me avete scelto di stare coi figli
    Grazie perché come me subite ogni giorno umiliazioni da chi dice di amarvi ma come me le lasciate scivolar via guardando gli occhi dei cuccioli che brillano e i loro sorrisi che, anche loro, dicono "Grazie mamma per il tuo Amore"

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  14. Come vi capisco! Sono mamma da tre anni e sei mesi e da circa due anni lavoro da casa (faccio lo stesso lavoro di @Stefania). Non ho uno stipendio stellare, ma il mio lavoro è dignitoso e mi consente una relativa indipendenza economica oltre alla possibilità di occuparmi personalmente di mio figlio.
    Eppure quando racconto alle persone ciò che faccio la maggior parte storcono il naso: «Ah lavori da casa? Dai bello, chissà quanto tempo libero hai a disposizione?»
    Commenti di cortesia con tono di sufficienza.
    Ma dico, ma ci avete pensato che se non sono io a occuparmi di mio figlio lo deve fare qualcun altro? Magari pagato per questo? Allora non è meglio che sia sua madre a farlo?
    Ma la cosa che mi fa più arrabbiare è che a fare questo genere di commenti siano spesso altre mamme.
    Sia chiaro, io ho il massimo rispetto per le madri che hanno un lavoro fuori casa, sono consapevole che la possibilità che ho avuto io non sia di tutti, sono certamente molto fortunata.
    Ma per favore non ditemi: «Beh tanto tu sei a casa...» quando racconto le cose che faccio con mio figlio o parlo del tempo che trascorro con lui.
    Perché io il primo anno di vita di mio figlio me lo sono perso a causa di un lavoro da dipendente e per di più come pendolare. E ringrazio il cielo per l'opportunità che ho avuto, ma non per questo mi sento pigra, viziata o fannullona.
    Ditemi che sono fortunata sì, ma non trattatemi con sufficienza.
    Perché lavorare da casa (per altri, ma anche come casalinga) non significa non avere niente da fare, significa solo poter gestire il porpio tempo in base alle esigenze della propria famiglia.
    Sarebbe bello che la nostra società fosse così evoluta da consentire a TUTTE le donne la possibilità di lavorare secondo tempi e modi più elastici e compatibili con il mestiere di mamma.

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    1. Cara marimom,
      i commenti più acidi li ho ricevuti da "amiche" mamme!
      E una volta un mio caro amico (papà e insegnante anche lui), quando discutevamo su un master che stavamo seguendo entrambi, mi ha detto esattamente: "Vabbè, ma tu stai a casa, hai tempo per studiare!" O.o

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  15. Che bello leggere questo post!
    Sono capitata per caso e mi è presa voglia di rispondere!
    Sono una mamma a tempo pieno,felice e appagata,un marito che mi ha appoggiata e sostenuta e mi ripete che scelta migliore non potevamo fare per la serenità del nostro cucciolo.
    Io me lo stragodo,non mi perdo nulla,vivo tutto intensamente...e' stancante certo,poi c'è la casa da mandare avanti,le commissioni da fare..però questo era il mio destino :-)
    Tutto questo si vela di tristezza di fronte ai commenti,spesso femminili,sulla scelta di stare a casa:"certo,non hai niente da fare tutto il giorno",oppure " neanche immagini cosa voglia dire lavorare e fare la mamma","hai scelto la strada più facile"...quello più umiliante "mantenuta"...perchè io dò tanto per la mia famiglia,mio figlio,mio marito e non credo di essere un peso morto,anzi risparmiamo un bel pò di soldi non mandandolo al nido :-)
    Grazie ancora,mi sono sentita meno aliena,in una società,la nostra,in cui siamo invisibili...

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    1. Cara, che ventata di freschezza e positività il tuo commento! Mi dispiace che tu non ti sia firmata... Ce ne fossero persone soddisfatte come te, anche tra le donne in carriera... forse i commenti sarebbero meno acidi! ;-)

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  16. Beh, io avevo scelto di stare a casa con mia figlia e ci sono stata per un anno intero, però devo essere sincera mi sono sentita maltrattata da tutti: società, la mia famiglia e la famiglia di mi marito. Ai loro occhi non facevo abbastanza, perchè erano abituati a vedermi lavorare e non accettavano questa mia scelta. Fare la mamma a tempo pieno, allattarla, non dormire mai, ma anche coccolarla, preparare le prime pappe mi impegnava e mi dava gioia però ero diventata una sfaticata, una che non ha voglia di lavorare e senza ambizioni. Anche quando andavo dal pediatra o in farmacia era richiesta una professione per scherdarmi e se rispondevo "mamma" mi dicevano: "certo per il momento perchè è piccola poi vedrai che qualcosa troverai". Sinceramente ci sono rimasta molto male e non ho accettato di essere considerata così. Alla fine ho ripreso a lavorare, anche per necessità dato che abbiamo un'azienda di famiglia e avevano bisogno davvero di me, la bimba va 3 ore al nido e poi sta con me anche a lavoro, io sono contenta, però non è stata una scelta del tutto libera e mi chiedo se non avessi un lavoro per conto mio e quindi non potessi portare la bimba con me, come farei?La condizione di mamma non è riconosciuta assolutamente nè dalla società, nè dagli amici, nè dallo stato. :-(

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  17. Mamma lavoratrice da casa (ovvero nullafacente) presente! Io ho avuto l'opportunità di vincere un concorso per un lavoro di ricerca che mi ha permesso du godere dei tre anni più intensi e belli della mia vita: sono a casa, lavoro di notte e quando il Nano è a scuola, naturalmente faccio anche la casalinga e sbrigo le commissioni della mia famiglia e dei miei ('tanto tu sei a casa, no?'). So che questo sogno ha una data di scadenza e al solo pensiero di dover tornare ad occuparmi dell'educazione dei figli altrui per lasciare che sia un'altra a occuparsi del mio mi lascia molto amareggiata e perplessa... speriamo che nel frattempo io sia riuscita a realizzare i miei progetti...

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    1. 'Tanto tu sei casa, no?' ...questa l'ho già sentita! ;-P
      Quando ho detto a mio marito che volevo prendere una seconda laurea mi ha risposto: "Ma dovrai tornare al lavoro, prima o poi!" ...
      Ma sei insegnante anche tu?

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  18. so di andare controcorrente rispetto ai vostri commenti, ma vi ricordo che anche una mamma che lavora (e fa la mamma tanto quanto voi) non ha nè sabati nè domeniche e non smette mai di fare la mamma, di coccolare, seguire, giocare educare, (non sono certo le tate, i nidi o la scuola a farlo), segue la famiglia, la casa etc....solo fa anche dell'altro....
    io ho due fantastiche bimbe sorridenti (una alle elementari e una alla materna) e felici, sono rientrata al lavoro in entrambi i casi entro i 6 mesi, le ho allattate, cambiate, preparato pappe, torte (ora le facciamo insieme) ho un lavoro impegnativo ma complice un marito fantastico (che lavora più di me) sono riuscita a realizzare i miei sogni...
    non capisco, sinceramente e senza alcun tipo di presunzione, credetemi, in cosa vi sentiate abbandonate dalla società, cosa vi aspettate vi riconosca? pensate di avere qualcosa di più di una normale mamma che lavora? anche a lei, in quanto mamma, non è riconosciuto nulla..
    fare la mamma è una scelta di cuore, il lavoro, la società, i diritti sono altra cosa.... non si può pensare di essere le depositarie del futuro dell'umanità o di essere migliori di altre..
    secondo me avete un po' la coda di paglia ad esservi scelte la strada più facile......

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  19. Vorrei che fosse chiara la mia posizione (evidentemente non lo è): io non mi sento affatto migliore di altre mamme, lavoratrici e non! Ho solo espresso il mio disappunto (perdonatemi, non trovo un altro termine per indicare il mio stato d'animo di fronte a certe critiche gratuite!) riguardo la mia personalissima scelta di mettere in secondo piano il lavoro (ripeto: è evidente che sono strafortunata perché ho potuto scegliere!!) rispetto al tempo che ho deciso di dedicare a mio figlio in questi primi anni della sua vita. E vorrei far notare che ho parlato di tempo, non di amore!
    Mi dispiace tanto che quest'ultimo commento abbia monopolizzato la mia attenzione a scapito di tante altre mamme (casalinghe - e quindi lavoratrici anch'esse! - o lavoratrici da casa) che meriterebbero la stessa attenzione e lo stesso spazio, ma è esattamente a questo che mi riferivo nel mio post e non riesco davvero a concepire questa acredine tra donne...figuriamoci tra mamme, anche se hanno compiuto scelte diverse!
    Il discorso sarebbe molto più ampio (ad es. se la società permettesse a TUTTE le mamme un periodo, più o meno lungo, per dedicarsi completamente ai propri figli, invece di demandarne l'educazione, come dice giustamente Chiaraluce, a terzi, chi non ne sarebbe felice?) e forse merita un po' più di spazio.

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  20. Un commento così astioso(mi riferisco ad Anonimo 30 novembre) poteva venire solo da una donna,ahimè...

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  21. Ciao, anche se è passato del tempo dalla pubblicazione di questo post voglio dire anche io la mia.
    Io ho 32 anni, purtroppo non sono mamma e come lavoratrice sono precaria/disoccupata (a seconda di come fa comodo al mio cossidetto"datore di lavoro"). Prrò da tempo anche io rifletto sulla condizione delle madri di oggi, e sulla presunta libertà delle donne all'interno della società. A parte il fatto di essere considerati il proprio lavoro (xcosa che a me, da sempre precaria, ha causato e causa molti problemi e anche molto imbarazzo), hai ragione quando dici che è una flasa libertà: se scegli di stare a casa, c'è sempre chi ti darà della "mantenuta" (magari con astio derivato dal fatto che- magari- anche questa persona avrebbe voluto fare la stessa scelta e non ha potuto).Una che sta sulle spalle del povero marito...non credo sia giusto, assolutamente. Ma viviamo in uan società dove le donne che tornano a lavorare dopo il parto il prima possibile (a volte anche dopo poche settimane) vengono proposte come modelli, così coem vengono proposte come modelli qeulle che lavorano fino alla settimana prima...e inoltee, vengono proposte come modelli anche quelle che, già dopo il primo mese dal parto, sono già tornte in pienissima forma. Insomma, a noi povere donne non lasciano più nemmeno il tempo di vivere la maternità con agio e serenità, e se lo si fa notare si dice "ehhh ma guarda che anche le nostre nonne...". Certo, ok, ma si spera che i tempi evolvano rispetto a quelli delle nostre nonne no?!
    Trovo tutto ciò molto sconcertante, comunque se vuoi consolati; ci sono quelle che vengono anche viste peggio. Tipo io: precaria/disoccupata, non ho mai avuto modo di andare a vivere da sola e alla mia età sono ancora costretta a vivere coi genitori, E quindi cosa sono?" Quella che tanto ha la mamma che gli fa tutto"!Una bambocciona, l'hanno detto anche i nostri politici...che non solo non ha la scusa dei figli, ma non ha nmmeno quell di avere uan casa propria da curare!
    Non pariamo del mondo del lavoro, dove vieni vista come quella che "no, non la assumiamo perchè alla sua età magari potrebbe fare figli!". quindi anche se non hai figli non è che te la passi molto meglio.
    Non fa nulla se tutto ciò ti provoca soltanto dolore...vieni bolata e basta. E c'è da dire che molto spesso purtroppo sono altre donne e mamme a farlo.

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    1. Tiziana, in poche righe hai detto un numero impressionante di Verità!
      Ti auguro con tutto il cuore di realizzare presto TUTTI i tuoi sogni!

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  22. Salve.

    Non sono mamma, ma spero di poterlo essere presto, porto dunque la mia esperienza di figlia.

    Mia madre, non solo per necessità, ma per scelta è stata una mamma lavoratrice full time: il suo costante impegno lavorativo (era una commessa)purtroppo non le consentiva di condividere molto tempo con me ed io di questo ne ho sofferto molto.

    La società apparentemente vorrebbe tutti in carriera e staccanovisti(talvolta si viene quasi identificati per la professioni svolta, invece che per le passioni o per le peculiarità caratteriali), ma se per il lavoro si trascura la famiglia, anche in quel caso si rischia di ricevere commenti impietosi.

    Personalmente credo che uno debba fare le scelte che fanno star bene, in serenità ed armonia la famiglia ed i membri che le costituiscono: la relazione positiva tra genitori-figli e tra i coniugi è un gran dono, che però va coltivato.

    Un saluto.

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    1. Questa è anche la mia speranza! Grazie della tua testimonianza ^_^

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