venerdì 27 maggio 2011

Quella goccia di vita di nome Alex...

Oggi ho ricevuto un pacchetto...dentro un libricino che avevo adocchiato quando ero incinta ma che, per scaramanzia, non ho avuto il coraggio di acquistare.
Oggi, che sto assaporando l'indescrivibile gioia di essere madre di un bimbo meraviglioso, è tra le mie mani.

Il pacchetto è arrivato a casa dei miei, un piano sotto al mio appartamento.
Lo scarto e, senza nemmeno accorgermene, comincio a leggere.
Mio figlio è sul letto dei miei che gioca con mia madre, mio padre e mia sorella.
Questo racconto mi assorbe a tal punto che non mi rendo nemmeno conto che mia madre mi sta chiamando da un pezzo. Finalmente alzo lo sguardo, gli occhi colmi di lacrime, e vedo il mio tesoro che mi fissa. E scoppia in una fragorosa risata. Come se volesse confortarmi.
In un attimo colgo l'assurdità della situazione: un dolore così intenso si era appena mescolato a quella che posso, senza alcun dubbio, chiamare felicità!

Questo libro parla di una mamma e del suo bambino. Di un amore che va oltre la fisicità.

Credo che all'autrice abbia fatto bene raccontare la sua storia, dar voce al suo dolore. O almeno è quello che spero. Lo dice lei stessa: "Il desiderio di raccontare questa esperienza era ancora vivo anche per chi l'aveva vissuto decine di anni prima." Ma non sempre trovi persone disposte ad ascoltarti... a farlo veramente.
Credo soprattuto che le abbia fatto bene mettere tutto nero su bianco. Si sa, scrivere è terapeutico. Ma quello che forse non sa è l'effetto che avrebbe avuto su altre mamme. In particolare, com'è evidente, sulle mamme che hanno vissuto un'esperienza simile.
Ma non solo.


Se tre mesi di gravidanza non bastano per "fare" un padre, sono però più che sufficienti per sentirsi madre. Per sconvolgere completamente la vita di una donna. Fatto il test di gravidanza, a volte anche prima, la rivoluzione ha inizio. E nasce l'amore. Amore per quel figlio che fa già parte di te, di ogni tuo pensiero, di ogni tua speranza. Ma per gli altri non può essere la stessa cosa. 
(Tratto da "Goccia di vita. Alex. Piccola storia di un'attesa spezzata" di Giorgia Cozza, ed. AVE)


Consigli di lettura: Sullo stesso argomento vi segnalo "Quando l'attesa si interrompe. Riflessioni e testimonianze sulla perdita prenatale" sempre di Giorgia Cozza, ed. Il Leone Verde (collana Bambino Naturale) e "Anime indesiderate. Bambini che non hanno potuto nascere" di Daniel Meurois-Givaudan, ed. Amrita.


E per chi avesse voglia di parlare, sfogarsi, o soltanto capire, vi segnalo il blog Quando l'attesa si interrompe.

5 commenti:

  1. io questi libri non riesco a leggerli, mi sale un groppo in gola e sto male....
    Decisamente sono da ricovero!!!!
    Immagino sia un dolore immenso che no ti abbandona mai... che tristezza....

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  2. è vero: tre mesi di gravidanza bastano per sentirsi madre!

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  3. Goldberry: ho voluto leggerlo per cercare di capire com'è possibile aiutare chi ha provato una perdita così "silenziosa"...

    Tatiana: probabilmente ne bastano anche meno...una mia amica mi ha fatto notare che ho smesso di fumare non appena ho fatto il test...ecco, ero già mamma e non me ne rendevo conto!

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  4. Purtroppo anche la mia prima gravidanza è durata poco più di tre mesi... e quel bimbo (non so perchè, ma sono convinta fosse un maschio, come i miei due piccoli gioielli avuti poco dopo) mi è rimasto nel cuore e nella testa.
    Continuo a pensare a lui e a come sarebbe adesso.

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