Oggi voglio parlarvi di una pratica che ho scoperto in gravidanza: il portare.
Tra i vari supporti (fascia lunga, ad anelli, mei tai, marsupio, tonga, zaino… e chi più ne ha più ne metta…) avevo scelto il mei tai. Pratico (ma avevo fatto i conti senza la mia innata incapacità manuale!), comodo (comodissimo! Per me e per il mio piccolo...ma prima devi riuscire ad indossarlo!), sano (nel senso che il peso si scarica sul sederino e non sui genitali, come invece accade con il marsupio!)...
Ero partita gasatissima, super informata e ultra determinata, ma mi sono vigliaccamente persa per strada…
Vi risparmio, per il momento, i particolari dei miei primi giorni da mamma (tutto ciò che NON dovete fare l’ho sperimentato io…per voi!) e passo subito all’argomento del post.
Come vi dicevo, avevo scelto questo mei tai, bellissimo, che ho acquistato prima di partorire e fatto trovare a mio marito sulla scrivania dello studio elegantemente infiocchettato e con bigliettino sdolcinato annesso, qualcosa del tipo: “Così proverai anche tu l’ebbrezza del suo dolce peso…”.
Mio marito finge entusiasmo e ripone il biglietto, insieme al mei tai, in un cassetto.
Qualche settimana dopo il parto, quando cominciavo a riprendere sembianze umane e a formulare qualche pensiero di gioia (non è stato un periodo semplice…ma chi, meglio di voi, può capirmi?), ecco che mi torna in mente il mio acquisto (uno di quelli senza starci a pensare troppo sù – il mio post sugli acquisti sconsiderati dice tutto -, digiti il codice della carta e clicchi!).
Spedita, ed eccitata, mi avvicino al cassetto, estraggo il “pratico” e…aiuto!! Ma quante bretelle ci sono??? E dove le metto? Come le annodo? Per fortuna, il sito dove l’avevo acquistato (ad onor del vero, insieme al mei tai vi arriva anche un CD con tutte le istruzioni) forniva anche dei video chiarissimi sull’utilizzo nelle varie posizioni in base all’età del bimbo. Peccato che io non fossi mentalmente in grado di recepirli…
Disegno di Loredana Seminato, tratto da "Portare i bambini" di Grazia De Fiore. |
Mi sentivo insicura, impacciata e ridicola. Aggiungeteci che mio marito si è rivelato non così entusiasta dell’articolo e la ricetta è completa!
Ho riposto mestamente il mei tai nel cassetto e, di nascosto, andavo a provarlo (da sola!) con risultati a dir poco esilaranti (mmm...non è che io ridessi molto in quei momenti)…
Quando il cucciolo aveva circa 4 mesi, ero sempre più avvilita perché non avevo ancora mai usato il mio favoloso mei tai quando, meglio della Fata Turchina di Pinocchio, una persona alla quale devo tantissimo (presto vi svelerò perché) mi fa avere una fascia ad anelli. E luce fu!
Orgogliosa ed entusiasta vi dico che ho (ha!) superato l’esame a pieni voti durante il nostro primo viaggio.
La cosa più bella? Chissà perché (in realtà lo so eccome!) temevo che al mio piccolo non sarebbe piaciuto molto essere portato ("troppo stretto, non respira, non può muoversi") e invece, adesso, il suo sorriso appena vede che la indosso mi dimostra che mi sbagliavo e, ancora una volta, che devo avere maggiore fiducia nel mio modo di essere mamma...e nel mio cucciolo! E soprattutto che devo utilizzare dei tappi di cera (o è meglio il cemento?) per i consigli non richiesti!!!
Quando ci si è addormentato la prima volta, poi, mi sembrava di sognare...questa mi sembrava una cosa davvero impossibile!!!!! Sono strafelicissima!! Una donna (mamma) nuova! ^_^
* Espressione utilizzata da Grazia De Fiore nel suo "Portare i bambini. Contatto continuo, come e perché", ed. Coleman. Ecco il link alla casa editrice: http://www.coleman-editore.it/
Se siete interessate all'acquisto di un supporto, o se volete semplicemente saperne di più su questa pratica ancora troppo poco conosciuta, ecco il link che fa per voi: http://www.contattocontinuo.org/ ...la mia meravigliosa fascia proviene da qui!
Vi segnalo anche il blog di Mamma Canguro, con tanti consigli utili e pratici per le mamme e i papà "ad alto contatto" : http://mammacanguro.blogspot.com/
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